mercoledì 2 dicembre 2009

MoneyMoneyMoney

Nessuno si prostituisce, se non per soldi.


Lavorare si deve.

Aver principi si dovrebbe.

Indicativo vince su condizionale.

Per esempio c’è questo ragazzo intorno ai 35 che chiamiamo Qu.

Fa il giornalista, e crede fermamente che girare a sinistra sia meglio che restare a destra.

Però a sinistra gli farebbero fare volontariato, mentre a destra lo pagano, quindi lecitamente si prostituisce. Scrive sulla Padania, se ve lo stavate chiedendo.

Loro regolarmente lo stipendiano ormai da un pezzo, e promettono con solenne contratto che continueranno a farlo a tempo indeterminato. Lui allora dice che gli piace il verde anche se lo sanno tutti che gli unici maroni che gli interessano sono quelli glacé.

Però siccome è un buon giornalista, che ama fare il suo mestiere, e per di più è una bella penna, tutti vivono felici e contenti.

Fine.

Qu è un occupato nient’affatto “diversamente”.

Lui non deve chiedersi quello che per un post-precario come me ormai è un mantra

“Cosa sarò quando finisce il contratto-che-vado-onorando?”

Non deve reinventarsi, inventatosi com’è nel modo giusto fin dall’inizio.

Come prostituta.

Ma c’è davvero qualcuno che si formalizza su certe cose, al giorno d’oggi?

Dopo Qu ci sono io, che oggi ho passato la giornata a condire la merda del tal cliente con un po’ d’aceto balsamico, nella speranza di migliorare almeno l’odore.

E qualche minuto fa mi sento dire che

“No guarda lui la merda la preferisce liscia: a lui gli piace così, cheffarci?”

Appunto: cheffarci?

A cosa serve un giornalista, o un esperto di comunicazione, o persino un regista, se tanto il criterio è che chi mette i soldi decide?

Ochei: anch’io mi sto prostituendo, visto che bene o male quella tal merda alla fine l’ho servita.

Ma è chiaro che la mia condizione e quella di Qu non sono neppure simili: lui fa il suo lavoro e ha una serie di garanzie in merito alla possibilità di continuare a farlo.

Dove sono io invece il-mio-lavoro non è proprio richiesto.

Sono l’equivalente dell’operaio generico non specializzato che cita Giolitti e fa rivendicazioni sindacali, mi sa.

Qu approverebbe.

Beh, almeno in privato.

E in pubblico chi lo prende in chiurlo sono io.

Un mese scarso e forse finirò a fare il gourmet, non essendo richiesto come giornalista.

Non sarei male: se non altro non mi piace la merda.

Un mese scarso e sarò pronto ad abboccare a un altro amo, purché fatto su nei centoeuro.

Un mese scarso per scoprire che ormai la strada è così affollata, che anche tra mignotte c’è la corsa ai saldi.

A


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