venerdì 16 aprile 2010

Non-ti-pago

Se non ci avete fatto caso... Guardate di là.

Manca qualcosa, vero?

...

AdSense mi ha bannato.
Per comportamento scorretto, pare.
Ora, non so di preciso cosa si intenda per comportamento scorretto.
Forse che ho cliccato sugli annunci che apparivano lì a sinistra.
D'altronde, non era questa l'idea, quando ho messo quella pubblicità?

- Vabbé ma non è che puoi metterti a clicacre tutto il giorno dal tuo pc, dai...
Dice il dottor AdSense, o chi per lui.

Beh, Dottore, mica lo facevo.
Quattro click, uno per pubblicità, non mi sembrano molto di più che un onesto
-Vediamo che cazzo abbinano ai miei post.

Comunque tant'è.
Niente più pubblicità.
Niente corposi assegni.

Peccato: stavo aspettando il primo.

...

Io capisco tutelarsi contro gli smanettoni che programmano algoritmi autoreplicantesi che passano le settimane a cliccare sui banner, per far salire le tariffazioni.
Ma, dottor AdSense, io arrivo appenaappena a non impallare il PC quando masterizzo un DVD... Direi che con me può stare tranquillo, no?

Siamo diversamente (dis)occupati, qui, mica criminali...
Fino a prova contraria, almeno.

A

giovedì 15 aprile 2010

Nonostante-il-Salone.

Dove finisce la movida milanese?



A porchette.

...

Milano è sotto assedio.
La città è invasa da infervorati giovani designer architetti artisti artistoidi fichette fichetti laccati fotografi pantalonistrappatida200euroalpaio minigonneinguinali cosce rimmel colorisgargianti buongusto creatività carnegiovane soldi cattivogusto ostentazione ingoranza carnefrollata sapienza insipienza buoneidee ideepessime.
Si sono infilati dappertutto. Nei locali, nei viali, nelle zone verdi.
Alcuni parlano di progetti futuri, di collaborazioni, di partnership.
Per un diversamente (dis)occupato con velleità creative, questo è il momento giusto per venire a Milano. Certo, debitabente attrezzato. Perché questi sono innocui in piccoli gruppi ma attenzione il numero li rende terribilmente venefici.

Il Salone del Mobile -e il corrispettivo FuoriSalone- ha attratto su Milano uno sciame inconsueto di corteggiatori provenienti da più o meno tutte le università d'Europa. E' molto fico e molto internazionalista e molto chessò BerlinoNewYorkLondra.

E' notte ma la metro è piena.
Le strade sono intasate.
I tram non arrivano mai ma almeno hai qualcuno con cui aspettarli sulla banchina.

E' diversa dal solito.
La Milano assediata, cioè. Si fa presto a farsi affascinare dalla città così.
E' più interessante della Milano di tutti i giorni. Più vissuta, se non altro.
Come una ragazza corteggiata, risplende di vite nuove e nuove possibilità.
Con tutto l'eyeliner, i tacchi, il pushup
- CheGnocca
ti dici, anche se stamattina magari non ci vedevi nulla di particolare.

Milano -la mia Milano- si è messa-da-sbarco per accogliere gli assedianti.

...

Ora, il problema quando vedi una ragazza davvero in tiro è che poi te la aspetti sempre così.
Te la speri sempre così.
In qualche raro caso, te la vedi sempre così.
Quasi sempre, però, il giorno dopo magari ha le occhiaie, i capelli raccolti e le scarpe da tennis, al lavoro.
Ehi, le capisco: essere belle è un lavoro, e se hai anche l'ufficio a cui pensare non puoi fare miracoli. Però comunque per te, povero maschio, sarà una delusione.

Ecco, io mi preparo alla delusione che mi darà Milano tra qualche giorno, per la precisione lunedì, quando Salone -e FuoriSalone- saranno finiti. Sono in mezzo alla calca festante e
- Si tornerà all'abitudine, maglione a collo alto e jeans.
Dico.
Non provo risentimento: Milano è fatta così, ormai.
Però l'idea di ritrovarmela spoglia e sciatta un po' atterrisce.
Per non perdere l'umore, cerco allora qualcosa di bello che rimarrà qui anche la settimana prossima.
Qualcosa di persistente, tra tutte le luci effimere.

Via le tende.
Via il design.
Via i laser.

Via le sbarazzine.
Le truccatissime.
Le birbantelle.

Via le stred pulite.
Illuminate.
Brulicanti.

Resta... ?
Ecco. Cell'ho.
Rassicurante.
Immancabile.
E grasso.

Il porchettaro.

Che siano le salsicce pallide di Berlino, gli hotdogwithmostard di New York o i fish'n'chips di Londra, l'unica certezza è che dopo una notatta a parlar d'arte a chiunque serve un po' di unto, di dolego, di junk food.
E di chioschi Milano non è mai stata avara.
Per questo -almeno- si può amarla anche quando non fa l'elegante e la veryinteresting e la splendida.
Al cuore, d'altronde, si arriva per lo stomaco.

A

mercoledì 14 aprile 2010

All'indietro

Indietro e avanti.



Vedere le cose dalla parte opposta, come appunto nello specchietto retrovisore.

...

Ieri ho dormito a Milano, e stamattina sono tornato a casa.
Ho preso le solite metro, ma in direzione opposta.
- Ciao.
mi ha detto un Amico che di solito ci facevo il viaggio insieme.
- Oh, ciao
mi ha ridetto quando si è reso conto che mentre lui scendeva io stavo salendo
- Eh, ciao!
mi ha detto, finalmente sveglio, dopo aver fatto colazione al bar.
Lo so perché mi ha mandato un sms.

Ho viaggiato in metro per gran parte della mia vita adulta.
Tutte le mattine biglietto, banchina, occhi pesti.
Arriva il convoglio, si aprono le porte, si sale.
Dalla provinvia alla città, io con un milione circa di studentimanovalicollettibianchiricercatorisegretariebellefighevecchiettipalestratisudaticciodoriforti
et similia.
Prima andavo all'università.
Poi al lavoro numero 1.
Poibis al lavoro numero 2.
Poiter al lavoro numero 3.
Adesso ci vado per i lavori con la P.IVA.

Ma in tutti questi anni, beh, non mi era mai successo di fare il viaggio al contrario.
Non al mattino, cioè. Non da pendolare che da Milano va nella provincia.
- A tornare in provincia non troverò nessuno, a quest'ora.
mi dicevo.
Le metro affollate in questa direzione impari ad aspettartele la sera, quando gli uffici chiudono, o all'ora di pranzo, quando chiudono le classi. Cioè quando torni tu, pendolare verso la città.

E' stata una bella scoperta scoprire che ci sono anche i pendolari dalla città.
Che alle ottemmezza, da Milano, sulle metro trovi studentimanovalicollettibianchiricercatorisegretariebellefighevecchiettipalestratisudaticciodoriforti
et similia. Certo, mica gli stessi. però li trovi. Almeno altrettanti che in direzione opposta.

E un gran ribaltarsi di persone, tra Milano e la provincia, la mattina.

Si lavora dappertutto.
C'è lavoro dappertutto.
Sono letteralmente circondato dal lavoro, in qualunque direzioni guardi.
Avanti.
Indietro.
Indietro guardando avanti.

D'altronde, vivo a Milano.
Il milanse è così, giusto?
Lavorolavorolavoro.
lavoro a casa.
Lavoro in città.
Lavoro persino nel tragitto, con tutti quei netbook sulle ginocchia.

...

Ho passato gli ultimi anni della mia vita a pensare che il viaggio mattutino a Milano fosse una metafora.
L'uscita dall'Età dell'Oro, dalla bucolica fanciullezza, la fine dell'infanzia.
Celebrata ogni mattina e ogni sera rinnegata col ritorno a casettamiabella.
L'ordine era Milano per lavorare e casa per tutto il resto.
Ma c'è chi a lavorare va proprio nel paese dei balocchi che mi lasciavo alle spalle.
Paese che, temo, non sia mai esistito fuori dalla mia testa.

Stamattina, non senza un senso di vertigine, mi sono sentito assurdamente apolide.

Ha senso, a leggerlo?

A

martedì 13 aprile 2010

Cantami iPod

Cantami, oh iPod dei perduti mpeg.


E' lui il vero messaggero degli dei?

...

Un tale Amico tempo fa mi regala un libro sui miti d'oggi*.
Ci sono una cinquantina di mini-saggi scritti da autori francesi, su fenomeni di costume come la free press, il cellulare, i sondaggi. E ovviamnte l'Pod.

Voglio molto bene e sono riconoscente per il pensiero a quel tale Amico, ma dopo averlo letto penso sinceramente che sia il peggior regalo mi potesse fare. il libro è un obbrobrio. Lo trovo francamente disgustoso e disonesto. Davvero.
Al di là della mia personale, contingente e sicuramente contestabile antipatia per gli autori francesi, la parte peggiore è che in quelle pagine che non c'è neppure una storia. Nulla del tipo "Personaggio-compie-azione-compie-azione-incontra-problema-risolveproblema-torna-felice-ricomincia". Nulla di tutto questo. Mai.
Solo vari e declinati
- Io penso
del genere che anch'io mi diverto a postare quissù, su questo blog che si chiama "diversamente (dis)occupato", e in cui non troverete riferimenti a ulissi o achilli o gilgameshi.

- Beh, ma non stava scritto da nessuna parte che ci dovessero esser storie, no? Sono saggi...
dice il tale Amico, che immagino un po' se la sia presa.

- C'è scritto nel titolo: MITI d'oggi. Miti=storie.

Storie particolari, certo, legate all'esperienza profonda della vita e del mistero, ma sempre storie.

Ora: a meno che i francesi non mi stiano suggerendo che l'esperienza profonda della mia vita passa per le cuffie di un iPod, qualcuno ha giocato con le parole e ha perso clamorosamente.

...

- Vabbé ma non ti sembra di esagerare?
dice giustamente un amico Comune mio e di quell'altro tale Amico.

Sì, mi sembra. Ma lo faccio lo stesso. Perché con certe parole è bene non giocare, sennò si corre il rischio di annacquare ogni pensiero col
- vabbé-voleva-dire-che
che è l'equivalente linguistico del negazionismo filo-nazista.
Certe parole non sono da intepretare, solo da usare nel modo corretto.
E' esattamente quetsa la differenza tra racconto mitologico e cronaca di costume.
Non devoi interpretare un iPod. Comprarlo, usarlo, maledirlo. Non interpretarlo.

Esagero accanendomi perché si comincia con questi piccoli giuochi di parole e si finisce a scambiare "Prescritto" con "Assolto", o "Accusa" con "Persecuzione", o "Impedimento" con "Appuntamento-per-vedere-una-villa-a-Siena" (cfr. Il Fatto Quotidiano del 13/04/'10).

Già è tragico che l'Occidente in generale -e l'Italia in particolare- abbia perso il contatto con i suoi miti; se poi lasciamo che nel linguaggio comune ai miti si sostituiscano le mode high tech, rischiamo di trovarci completamente spaesati, ignari e impotenti davanti alle peggiori lezioni della storia, come le dittature, il razzismo, le guerre e...

Ops.
Ehm, che imbarazzo.
Ho sbagliato decennio, scusate.
Uno non ci pensa, si volta un attimo e sbaglia le date...
Scusate, eh?
E' chiaro che qui sono fuori tempo massimo...

Vabbé, se volete potete predatare il commento di una ventina d'anni.
Scusate i due decenni di svista.

A

*Nuovi miti d'oggi, Jerome Garcin (a cura di), Isbn Edizioni, Milano 2008

lunedì 12 aprile 2010

The-Lazy-Pet-Axiom

Quale scegliereste?



Quasi tutti scelgono il quarto, quello sveglio.
A me invece fanno tenerezza le zampine del terzo.

...

- Il punto è come ti poni...
dice D mentre beviamo un non-so-cosa poco alcolico al limone.
- ...Perché una persona che non ti ha mai visto, che al massimo ha letto il tuo curriculum, dovrebbe pagarti?

La sua tesi è che se ti mostri appassionato, attivo, sicuro, positivo, piacente, carismatico, beneducato, prestante, rocambolesco, giocherellone, simpatico, energico e soprattutto sveglio, chi ti sta esaminando sceglierà te in luogo degli altri cuccioli che dormono.

Ha ragione, D.
L'uomo medio -e non parliamo della donna- è attratto dalla vitalità. L'energia fa una buona impressione.

- Non so chi sei ma mi piaci!

E' tanto più vero quanto l'ambiente in cui si muovo è asettico, statico, noioso.
L'uomo medio, assiomaticamente, cerca distrazione.
Inconsciamente, lo sappiamo tutti.
Lo sanno le donne quando
- Metto l'eyeliner che oggi viene il Direttore
lo sanno gli uomini quando
- E' meglio che mi faccia la tinta che domani ho appuntamento con un cliente
lo sanno i negozi di animali quando
- Falli muovere che li dobbiamo vedere quei cani

...

Io non ho mai creduto a quei manuali tipo
- Scopriti vincente!
o
- Fai una carrira di successo in 24 ore.
Non ci credo anche se so che quello che dicono è vero.
So istintitavemte che l'assioma del cucciolo addormantato, che non verrà mai venduto, è vero.
Eppure non mi fido di chi me lo scrive con pretese di scientificità.
Mi sembra una truffa, come vendermi l'aria che respiro o l'acqua che bevo.
- Sono già mie, perché dovrei comprarle da te?

Però a sentirsele dire in faccia, dall'altra parte di una bottiglia di un non-so-cosa poco alcolico al limone, queste cose un effetto cell'hanno. Su di me, almeno.
- Sii positivo, energico, vitale. Sii sveglio.
Certo, lo so.

Ma grazie di ricordarmelo.

A