venerdì 2 aprile 2010

Manga mon amour

Ne guardo un sacco.



In effetti leggere fumetti giapponesi -o guardare i cartoni animati- è il mio principale passatempo.
E a qualcosa servono, a parte farmi addormentare tardi.

...

C'è un amico che
- Sono cose da ragazzi
dice sempre, e sottosotto non gli va giù che io le legga.

Però i manga, e per la precisione gli shonen manga, ovvero quelli "da maschietti", sono tra le tre quattro cose che riescono a farmi piangere.
Sì, piangere.
D'emozione, qualora aveste dei dubbi.

Perché c'è una morale che più o meno torna sempre, in queste storie apparentemente tutte uguali, con personaggi dai nomi astrusi a dalle battute spesso mal tradotte o mal riportate.
NON MOLLARE.
Credici.
Vai avanti.
Abbi fiducia.

Non voglio farci uno studio sociologico.
Semplicemente, è quello in cui, per volere o per forza, sono costretto a credere anch'io.
Se ti impegni abbastanza.
Se ci credi abbastanza.
Se sudi abbastnza.

Ce la fai.

E quando dopo parossisitiche fatiche, i personaggi quasi perdono... Ecco, lì piango.
No alla fine.
Non di sollievo.
Ma quando vedo che forse non ce la faranno.

Quando vedo che l'autore, chiunque esso sia, non ricompensa i suoi personaggi come io so che meriterebbero... Ecco, quello mi commuove.
Perché è reale. Vero. Adulto.
Alla faccia dei giochi per bambini.

...

Dal Giappone la morale è dunque: "chi la dura la vince".
Beh, lo so che non è originale.
Però in Giappone la dicono bene, e per quel che mi riguarda tanto basta.

In effetti, in Giappone ho un amico che l'ha durata decisamente oltre il limite dell'italiano medio, che ne ha passate di cotte, di bollite, di marinate, e di crude. Che è precipitato e si è rimesso in piedi. E che adesso sta per ricevere un pezzo di ricompensa. Il primo di molti, credo.
Insomma, come un eroe dei fumetti, è arrivato al premio credendo in sé stesso oltre ogni ragionevolezza.
Mi emoziona da piangerci.

Kampei, Paolo-kun!

A

giovedì 1 aprile 2010

Il metodo Stomp*

Loro picchiano su qualunque cosa.



Anzi, fanno suonare qualunque cosa.
Al di là del senso del ritmo, c'è da apprezzare la fantasia.

...

C'è chi risponde
-No grazie,
chi risponde
- vedremo
persino qulcuno che risponde
- Sì!

La magfgior parte però risponde

-

Cioè Niente.
Dopo l'ennesimo Niente, in casella, in riposta ai vostri progetti&curricula studiati e levigati fino alla noia, chiedetevi cosa non ha funzionato.

- Che sono scarso
- Che non ho il curriculum di un dodicenne mica troppo sveglio
- Che la vita è cattiva e, diciamocelo, pure un po' troia
- Che lassù qualcuno mi disistima
- Che checcadsovivoaffare
- Che la Crisi
- Che Gargamella ai Puffi chissà cosa ci fa
- Che nel gioco d'azzardo l'uniuco che vince sempre è il banco, a meno che non si rubi
etc.
Tutte cose lecite e probabilmente calzanti.
Ma oltre al fattore soggettivo, c'è anche un fattore topologico da tener presente: dove avete mandato il vostro progetto&curriculumallegato?

Siete sicuri di averlo mandato a TUTTI quelli che potevano essere interessati?
Di aver battuto ogni bidone, coperchio e pezzo di lamiera della web-discarica?
...

Il metodo Stomp non è una grande invenzione.
Applicato alla simpatica ricerca di un'occupazione significa in effetti provarle tutte.
La parte simpatica è che loro, pur provando a picchiare su tutto, indistintamente, lo fanno cercando un ritmo. Prima di vibrare la bacchetta si dicono
- Questo farà il ritmo che mi serve?
E per ritmo, mi sa, intendono che un ottavo vale un ottavo e non quello-che-mi-passa-per-la-testa.

Inviate i vostri curriculum&progetti a tutti, e ochei.
Ma non a casaccio: se nella vita volete scrivere, fatevi la domanda... Chi ha bisogno di uno che scrive?
Ochei, i giornali e le redazioni.
Ochei, gli uffici stampa.
Ochei, le agenzie di comunicazione.
Ma perché non la Coop?
Ci sarò qualcuno che scrive quei fantasici volantini pieni di prezzi e frasi come "Torna la Pasqua, è tempo di riempirti di uova", giusto?
Perché non uno studio fotografico?
O un comune?
O una casa d'aste?

Insomma, pensate al ritmo che volete produrre, e poi sperimentate, sperimentate, sperimentate.
Ci vuole fantasia, una fantasia che vada oltre i siti con "job" nel nome.

Se anche non troverete subito una casella piena di risposte, almeno avrete le braccia occupate per un po'.

A

*liberamente cito la nota compagnia

mercoledì 31 marzo 2010

Chi cell'ha l'erba più verde?

C'è sempre chi sta peggio.


Lui poteva esserci dentro fino alla testa, no?
Certo, il punto è che di solito c'è anche chi sta meglio.

...

E' da un po' che penso che il problema non sia come si sta in senso assoluto, ma come si sta in relazione a chi ci sta attorno.

- Ehi, ho un dananto eritema

- Sì? Beh, io ho la scabbia.

Oppure

- Beh, casa mia sta proprio di fronte alla ferrovia e c'è un casino che te lo raccomando

- Già, ma io abito dentro la stazione e c'è una panchina che invece è meglio perderla che trovarla

O anche

- Sai, il mio lavoro mi stressa e non mi piace e mi ammazza e mi. Un sacco mi.

- Sì, ma almeno te ti pagano.

Etc etc etc.

I piccoli accidenti diventano sopportabili confrontati coi grossi, che diventano piccoli confrontati coi problemi seri, che diventano accidenti confrontati con le sfighe, che rimangono sfighe confrontate con le disgrazie, perché delle disgrazie tutti si disenteressano finché non capitano a loro.
Vabbé, l'ultima parte è cinica.
...

Avete presenta la storia del vicino? Quello che ha sempre l'erba più verde?
Beh, dal suo punto di vista la vostra erba è migliore.

Ieri Tizio

- Tu sì che mi dai speranza, hai presofattomollatodecisodisfattorimessorilasciato, io invece vorrei cambiare ma non ce la fo'
mi dice.

Quindi io a lui, senza originalità

- Sì, ma tu hai un lavoro sicuro e stipendio contributi malattia vaucher pizzillacchere premio aziendale cellulare pagato biglietti pass foglietti forse pure la capa figa che forse magari la sera che forse se escono tutti va bene questo forse non c'entra ma il cinismo capite il cinismo di cui sopra spesso forse è pure perverso.
dico più o meno.

In questo caso chi aveva l'erba più verde?
Oppure, reciproco, chi aveva la sfiga più grossa, quella che rende sopportabile l'altra?

Chi, in effetti, ha fatto sentire l'altro sollevato?

Caro Tizio, mi sa che, almeno al 50%, ieri speranza l'hai data tu a me.
E d'altra parte, per l'altra metà, mi hai proprio seccato.

Diciamo che ci siamo dentro entrambi fino alla vita, in 'sto WC che è l'occupazione, e dovremmo ringraziare che ci siano quelli che per respirare han bisogno del boccaglio.

Con tutto il rispetto per chi fa immersioni.

A

martedì 30 marzo 2010

DoveDoveDove?

Questo sta sull'Isola dei Pirati.


Ce ne sono altri in giro?

...

Ho questo conoscente Ottimista che

- Beh, rimbocchiamoci le maniche e vedrai che vaffanculo la Crisi!,
dice

- Giusto, penso io.

Quindi mi rimbocco le maniche e in effetti lavoro.
Mica solo io, cioè.
Più o meno tutti quelli che conosco.
Lavoriamo.
Ci diamo dentro.

C'è quello che fa i motori.
Quell'altro che lavora come commerciale in un'azienda.
Un altro ancora che fa il consulente.
C'è, grazie a Tespi, chi recita e chi fa film e chi scenografie.
Poi ci sono che scrivo, e vabbé, so che non sembra un lavoro ma insomma io mi ci impegno.

Ecco, il punto è che siccome lavoriamo vorremmo essere pagati.
Ed è qui che l'ottimismo in qualche modo mi sembra mal distribuito.
Io ne ho un sacco.
Ne ha un tot quello che fa i motori.
Una buona scorta il commerciale.
Tanto proprio quello che fa il consulente.
Tespi poi, storicamente, ne ha più di tutti.

Invece manca proprio a chi ci dovrebbe pagare, visto che i pagamenti li ritarda.
Ma tanto.
A trenta giorni.
A sessanta.
A luglio.
A quandolecosevannomeglio.

Beh, se non mi paghi le cose non andranno un cazzo meglio, amico: almeno non per me.
Cosa ti manca per essere ottimista e darmi quel che mi guadagno?
O anche solo per darmi una paga giusta e non tirare sul prezzo, con la scusa che
- C'è uno che lo fa per la metà

Credo sia un problema di tesori.
Prima si trovavano sotto le poltrone.
Nei materassi.
Nelle discariche abusive.

Adesso bisogna andarseli a cercare e... beh, chicc'ha voglia?

...

Ho un sacco di amici che si sbattono e non sono affatto ottimisti.
Ho anche qualche amico che si sbatte e semplicemente ha fatto, con merito e sudore, i soldi.
Poi ho qualche amico che non ce la fa più, e non sa dove sbattere la testa.

E tutto questo gran sbattere non sta facendo aprire manco una finestra, figuriamoci sfondare i muri o riempire le piazze.

L'Ottimista ha ottime ragione per essere ottimista, quindi.
Io magari un po' meno.

Chi trova un'Italia trova un tesoro, mi sa.

A

lunedì 29 marzo 2010

50 e non sentirli

Si festeggi l'evento.



Cinquantesimo post su questo blog.
Il rapporto -di scrittura- più lungo che abbia avuto.

...

- Ma se sono quattro mesi scarsi che ci scrivi?!?
dice Uno incredulo.
Vero. Ovviamente ho lavorato e lavoro per certe testate da molto più tempo.
Ma oltre alla durata, c'è la frequenza.
Diciamo che questo è il posto su cui scrivo con maggiore frequenza.
E' vero che mi sono preso lunghe pause di riflessione più o meno motivate da altri lavori, ma lo è altrettanto che questo è il mio piccolo angolo di terapia giornaliero.

Scrivere qui è l'impegno che ci vuole per continuare a raccontare. Ma anche per trovare qualcosa da raccontare. E per non rischiare di rimanere con le dita ferme troppo a lungo.
Non ci si crede ma invece capita, se non ci si dà una regola e se nessuno ha l'autorità contrattuale di dirti

- Fai!

Si rimane con le dita ferme. E non si trovano storie. E non si racconta.
Il che è terribilmente assurdo se il mestiere che hai scelto è raccontare storie.
E, dopo qualche giorno di Warhammer 40 000 ed Empire earth, è pure abbastanza noioso.

...

Bene, data la ricorrenza, oggi ho pochissime cose da dire perché ho molto da fare: voglio scrivere.
Lo dichiaro per trasformarlo in una specie di vincolo. Una fede nuziale con chi sta leggendo.

- Vuoi tu sposare l'idea di scrivere un testo più lungo di cinquanta righe su quello che stai dicendo sconclusionatamente su questo blog?

Sì, lo voglio.

- Può baciare lo schermo.
Beh, no grazie.

Comunque, pronti via.
Seriamente, continuativamente, appassionatamente.
Scrivo.

Chi legge sarà il primo a sapere quando e cosa ne uscirà.
Chi legge sarà il primo a poter commentare, e aggiungere, e confrontare.
Chi legge sarà il principale responsabile della scelta.

Grazie a Chi legge.

A