venerdì 23 aprile 2010

Epifora.

Sembra proprio che io sia super occupato.



E invece niente.

...

Ieri bego, mando, chiamo per avere un pezzo da correggere,
- Ché la scadenza è vicina e dovremmo guardarlo in fretta
dico.
E invece niente.

Quindi mio malgrado mi trovo più o meno con il pomeriggio libero-per-finta, ovvero in attesa di quel che avrò da fare.
- Bene, saprò attendere,
mi dico.

Pulisco i piatti.
Cucino.
- Sì, in quest'ordine -
Leggo Palanhuk e Campbell e qualcosa di Davanzo.
Apro la casella di posta e mi aspetto sia arrivato quel che devo correggere.
E invece niente.

Senza scoraggiarmi, apro gli altri due-tre progetti a cui lavoro e inizio a riprenderci confidenza, a rileggere e correggere i refusi, a spostare le frasi di sotto più sopra e di sopra più sotto.
Ogni dieci righe che scrivo do' un'occhiata alla casella di posta, che resta metaforicamente vuota, quindi decido di chiudere il pc e dedicarmi ad altro.
Cioè a niente, visto che non posso uscire né mettermi d'impegno su qualcosa che porti via troppo tempo.
Noia.
Noia.

No
Ia
...

Anche nella P.IVA, si lavora come tra ingranaggi:
- Io giro ma se giri tu.

La differenza è che da ordinariamente-occupato, in caso di lunghe attese fai pausa caffé.
Ora, sentendomi libero, avendo questo tipo di pause potrei fare chissacché...
E invece...
Niente.

A

giovedì 22 aprile 2010

Same-story, new-story

Entra in un mercato che non conosce crisi!



Scopri le gioie della malavita: diventa un professionista dell'intimidazione!
Ottime retribuzioni, zero tasse e lunghi periodi di ferie pagati dallo Stato (in carcere).

...

Ieri scopro qui che un trentenne ha preso un gruppo di amici ed è andato al bowling a far cadere i birilli. Solo che invece di usare le palle ha usato i proiettili di un mitragliatore kalashnikov. Quello che usano in Afghanistan, per intenderci.
E no, il bowling in questione non era nel Kirkuk. Era in Campania, dalle parti di Napoli.

Il business dell'intimidazione, del taglieggio e della malavita decisamente non conosce crisi, anzi: se altrove le aziende licenziano, qui le "famiglie" hanno sempre bisogno di forze nuove.

Non c'è da stupirsi che il Governo cerchi di tutelare il settore: diamine, il comparto crea occupazione, e non vogliamo certo che i nostri ragazzi stiano a casa o, peggio, pensino a farsi spinelli per tutto il giorno!

...

Lavorare di 'sti tempi, P.IVA o meno, non è facile.
Anzi: lavorare è facilissimo. E' farsi pagare il problema.
In certi settori, invece, i soldi girano vorticosamente, e come in una centrifuga finisce che una mazzetta arriva anche nelle tasche dell'ultimo arrivato, che sta alla periferia dell'impero.

Visto che di soldi, ahimé, c'è sempre bisogno, e che i rischi di essere condannati per un crimine, in Italia, sono irrisori,
- Perché non iniziare anch'io un'attività imprenditoriale malavitosa, come il mio quasi coetaneo campano? Cosa seriamente mi impedisce di sparare quattro raffiche in mezzo alla strada, o in un locale, o in una banca, per poi farmi infarcire le tasche di centoeuri?
mi chiedo

Non sono sicuro di sapermi dare una risposta.
Una seria, cioè.
La verità è che forse i soldi non mi piacciono abbastanza.
Oppure che non ho sufficiente intraprendenza, nonostante questa benedetta P.IVA che ho aperto.

Sono gravi mancanze caratteriali, e infatti giustamente il Governo le stigmatizza come vere e proprie colpe. E la punizione, giustamente comminata da potere temporale e spirituale, è una vita da vittima potenziale.

- Non vuoi comprarti un kalashnikov?
Dice la Coscienza Collettiva
- Beh, allora aspettati che qualcuno te lo usi addosso.

Scusate tutti.

A

mercoledì 21 aprile 2010

Tutto arriva a chi... ?

Basta saper aspettare*?



No, ma a volte aiuta.

...

- So meditare, digiunare e aspettare,
diceva il Siddarta di Hesse, a un colloquio di lavoro, presentando il proprio curriculum.

- Bene, le faremo sapere,
rispondeva il tal responsabile

- Fate con calma: intanto medito, e digiuno e aspetto.

...

Tempo fa feci un colloquio.
Intendo molto tempo fa. Due mesi fa, tipo.

- Bene, ti facciamo sapere al massimomassimo tra due settimane,
mi dice il Manager dopo la stretta di mano di commiato.

- Ochei,
dico io a denti stretti, già sapendo che in quelle due settimane mi si sarebbe attorcigliato lo stomaco.
Torno a casa e, non sapendo digiunare, ho mangiato più o meno come al solito.
Non sapendo meditare, ho continuato a passar tempo sui libri e su word e su Empire Earth II come al solito.
Ma, non sapendo aspettare, ho dolorasamente aspettato lo stesso, come è ormai abitudine.

Passa una settimana, dieci giorni, di settimane.
Chiaramente nulla.
- Cazzo non mi hanno preso cazzo sono una merda eccheccazz mi odio mi vergogno santiddio cazz fulminami davvero cazzo qui così la chiudiamo e cazzo e.
Cazzo.

Passa un'altra settimana -la terza- che ancora ci speravo, poi diventa un mese e non ci spero più.
Alla quinta settimana sbotto, mmi agito, mi riprendo.
Alla sesta sono un uomo nuovo pronto per nuove sfide.
La settima ho già mandato altri tre-quattro progeti e il lavoro che comunque porto avanti mi assorbe troppo per avere rimrsi. Sono un bulldozer e passo sopra ai problemi della vita.
L'ottava, cioè oggi, mi arriva una chiamata e
- Sa cosa? Abbiamo cambiato il responsabile comunicazione e tutte le posizioni sono bloccate... Non l'abbiamo chiamata perché non cerchiamo più, però in futuro la terremo presente. Buongionro, eh?

E cazzo.

Ochei, in un certo senso è una buona notizia.
Non è che non mi hanno preso: non cercavano più.
E in un certo senso, alla fine la mia risposta è arrivata, e non era brutta come pensavo.

Ma valeva la pena di aspettarla così tanto?
Sarebbe valsa la pena di saperla aspettare?
Vale la pena di aspettare qualunque cosa?

Cinicamente rispondo
- Checcazzo,
e tengo la passione per la prossima volta.

A


*Particolare da Attesa di Klimt

martedì 20 aprile 2010

Best-shot

Fai del tuo peggio, amico.


Beh, possibilmente senza danni all'abitato, però.

...

La cosa che mi impegna il cervello in questi giorni è il test per un lavoro che se potessi lo sposerei, per quant'è bello. Ha a che fare con lo scrivere, col raccontare, con l'inventare.

- Fico
direte voi, e
- Fico
ho detto io quando ne ho sentito parlare, poi
- Fiiico,
con una bella spruzzata di sarcasmo, hanno detto alcuni amici quando gliene ho parlato.
Ma tanto il sarcasmo ormai ho imparato a non capirlo -come le donne- quindi chissene.

Ora.
Dopo il colloquio conoscitivo mi tocca giustamente di fare un test.
- Fai del tuo meglio,
mi dice il tal responsabile, con cui ho parlato
- Noi poi valutiamo.

Tremarella.

Va bene, scrivo.
Va bene, mi impegno.
Va bene, mi valutano.

Ma quello che gli mando sarà proprio il mio meglio?

...

Do' per scontato che ciascuno di noi sappia fare il suo mestiere.
Come do' per scontato che chi valuta, sappia bene cosa sta cercando.
Il vero problema è l'autovalutazione. Cioè quel
- Fai del tuo meglio.

Non sono preoccupato del fatto che giudichino, positivamente o meno, il mio lavoro.
Sono preoccupato che lo giudichino il mio meglio, cioè il massimo che posso dare.
Mi spaventa che, letto quello, dicano
- Beh, non è male, ma se questo è il suo meglio...
E finiscano per scartarmi come poco dinamicopropositivoarrembante.
Mi spaventa dover presentare qualunque cosa abbia fatto come il mio "limite".

Quel singolo test magari non ha fatto saltare la baracca, non ha distrutto Hiroshima, non ha fatto finire la guerra. Ma questo non significa che non potrei farlo, con un po' di rodaggio.

Credo si chiami paura degli esami, tutto qui.
Ed è la prima volta che la sento da molto, molto tempo...

A

lunedì 19 aprile 2010

Spesa

Oggi mercato.


I pomodori sono speciali ma la frutta non era un granché.

...

Giro per le bancarelle e
- Tre euro al chilo?!?
- Ma sono freschissimi, signora!

Oppure
- Quattro euro per tre kiwi?!?
-Ma vedrà come sono dolci...

O anche
- Ma non mi fa lo sconto?!?
- Ma più basso di così, signora, vado in perdita...

In ogni mercato che si rispetti ci sono bugiardi, millantatori, ruffiani, approfittatori, furbi, ladri, e, naturalmente, fessi.

Io chissà com'è finisco sempre nell'ultima categoria.

...

Ora, quello del lavoro è un mercato.
Soprattutto se hai la P.IVA.
Tu lavoratore sei un prodotto da banco, né più né meno.
L'unica differenza rispetto al mercato è che sei contemporaneamente prodotto e venditore.

Io mi lascio a 50 euro al chilo.
Il conto, da bravo economista, l'ho fatto a casaccio, dividendo l'importo del mio ultimo contratto per il mio peso in chili.
No, non ve lo dico quanto peso, ma fidatevi del conto.

50 euro è decisamente fuori mercato per un pomodoro, un kiwi o un salame.
Se poi fossi un'oliva o un pistacchio, neppure mi si guarderebbe.

Fortunatamente sono una persona, e questo, santapeppa, conta.
Non un ortaggio qualunque.
Non un condimento.
Non una cosa che domani già tornerà a mancarti nel frigorifero.
Una persona.

Ecco, il confronto con prodotti da banco è estremamente gratificante
Un po' meno gratificante è pensare che per trovare un confronto gratificante devo cercarlo fra le barbabietole, e non tra i colleghi.

Ma sono cose che capitano, credo.
Beh, si lavora per la gloria, no?

E comunque non farei mai a cambio con un pomodoro, giuro.
Soprattutto da passato.
Sono uno che guarda avanti, mettiamola così...

A