mercoledì 10 febbraio 2010

Un uomo probo?

Grazie di tutto, Faber.


Tra le altre, per quella in cui un onesto sorride tagliandosi le vene per una che non lo amava niente.

...

Succede che c'è un tale Erre, che come altri fa il libero professionista nel campo della comunicazione. Non sto a dire se sia bravo o altro, stavolta: giudicate voi.
Succede che Erre fa un bell'incontro preliminare col tal Cliente.
Parlano, si chiariscono, si conoscono.

Erre pensa proprio di poterlo fare, quel lavoro, ma il Cliente invece

- Mah non lo so chissà.

Capita.

Allora Erre si scoraggia un po' ma poi si dice
- Vabbé, magari gli propongo un nuovo progetto, taglio un po' la mia parcella, rettifico qualche punto e faccio vedere che mi impegno.

Passa qualche giorno e il Cliente signorilmente chiama Erre:
- Mah sì vabbé però
e aggiunge
- Se cominciassi a farlo, questo lavoro, saremmo sicuri che lo sai fare.

Erre, come me, d'altronde, ha quel genere di ingenuità che si manifesta in frase come
- Va bene, ci sto: io comincio poi vediamo di aggiustarci
pensando segretamente
- Quando ti accorgi di come sono bravo mi darai anche più di quello che ti chiedo!

Invece succede che Erre lavora lavora e lavora e, dopo che le cose son ben oltre l'avvio, prova a chiamare il Cliente.
Quello, con tutta la coerenza del caso, dice
- Mah, boh, chissà.

e, in ultima analisi, è
- No.

Seccante, ma anche questo capita.

Il problema è che passano altre settimane, qualcuna, e il Cliente se ne esce con la sua campagna di comunicazione, che guarda caso è ugualeuguale a quella che aveva proposto Erre.

- Qualcosa non va,
si dice Erre, e lo dice via telefono anche al Cliente.

- Le idee erano nostre, tu ci hai solo ricamato un po' su,
gli dice il Cliente, che vi ricordo è quello di Mahbohchissà fino alla nausea.

Erre si costerna s'indigna e s'impegna, poi getta la spugna, ma senza troppa dignità.
Più che altro perché, a parte dire a tutti che stronzo sia il Cliente, non sa cosa fare in un Paese in cui un processo sui diritti d'autore per una campagnia di marketing il giudice di pace non lo prende neppure in considerazione.

...

Ora, va bene la passione.
Cell'ho, cell'ha Erre, ce l'abbiamo quasi tutti.
E sono il primo a dire che non si può pensare sempre solo ai soldi, sennò davvero non fai nulla, a parte tirare la carriola.

Però capisco come, se chiedono di tagliarsi le vene, non a tutti venga da riderci su.

A

lunedì 8 febbraio 2010

Lontano da.

Peccato che qualcuno si sia mosso.



Servirà mirar le cose da lontano per capirle?
Beh, ultimamente ho i miei dubbi.

...

Giornate piene anche se a guardare il mio c/c non lo diresti.
Seicento lavoretti tutti
- Poi vediamo come metterci a posto

o

- Senti io più di una pizza (ma senza birra, pomodoro o acciughe) non ti posso dare

o ancora il fantastico

- Se intanto cominciassi a farlo? Per il pagamento appena so qualcosa ti dico...

che poi al momento sono il sale della mia differente (dis)occupazione e l'allegro menù della mia P.IVA. Non è un grosso problema investire energie in cose interessanti anche senza una retribuzione: ho messo in conto di passare qualche mese di downshifting, quindi i soldi non sono la mia principale preoccupazione.
Il vero problema è l'umore.
Nel senso che smettere di lavorare ottooreotto di contratto avrebbe dovuto liberarmi la testa, oltre alla giornata, invece no. Sono occupato in ciò che mi piace, sono davanti al pc e scrivo.
Vado a teatro un sacco, spesso per lavoro.
Ne faccio, pure.
E allora di cosa mi lamento, visto che di cose di cui lamentarmi non ne ho?
Prima era

M'alzom'immergoinMilanomilavoromipranzomilavoroancoramiescom'immergoinMilanoancora

e finalmente faccio cose interessanti o utili o necessarie.

Ora è
M'alzomilavoromipranzomilavoroancora e finalmente continuo a fare cose interessanti o utili o necessarie per me.

Insomma, mi manca la parte in cui m'immergo nella città. Mi manca il contatto con la gente.
Beninteso: non sto facendo lo stilita. Esco, eccome.
Però adesso guardo il mondo dell'occupazione da estraneo, e la diversa prospettiva cambia tutto o quasi. E mi sembra di giudicare senza averne il diritto, di parlare senza cognizione di causa. Di fingere senza onestà, invece di fingere sinceramente come si dovrebbe fare.

...

- Stai dicendo che mi manca il vecchio lavoro, cazzo?
Cazzo no.
Dico solo che la Terra dallo spazio sembra tutto sommato un posto tranquillo, ma è vivendoci in mezzo che capisci quanto schifo possa fare.
Ecco, mi manca un po' lo schifo, cazzo.
Uno non può essere nichilista e rivoluzionario e mi sa neppure ironico senza un po' di schifo.
O di umanità se preferite.
Ma è quasi dire la stessa cosa, giuro.

In fondo chi studierebbe Leopardi se le cose gli fossero andate bene?
Ho bisogno di qualcuno di cui lamentarmi, mi sa...
Ne ho bisogno, ma non lo vado a cercare: è sempre meglio sapere cosa ci manca e continuare a non averlo, piuttosto che ottenerlo, scoprire che non ci basta e ricadere nell'assenza ingiustificata...
No?

A