martedì 24 novembre 2009

Metro Linea 2

Dammi oggi la mia metro quotidiana.



Mezz'ora abbondante, da casa al lavoro. Città di Milano.
Linea due prima, poi due fermate di rossa.
Milano è la sua metropolitana, senza dubbio. Di mattina incazzata, di sera sfatta. In mezzo vuota.

Il mio problema oggi è non incontrare nessuno.
Non è difficile nel caos di millemila individui concentrati a proteggere il loro angolino di intimità, chi leggendo un giornale accartocciato a due millimetri dal naso, chi chiudendo gli occhi per recuperare qualche minuto di sonno, chi ancora fingendosi interessato alla tal pubblicità che in realtà non legge neppure.
Però il pericolo di un'occhiata casuale, di uno scontro nella calca, di un colpo di tosse a volume troppo alto c'è.
Uno mi riconosce e
"Allora, come va?"
con tutta l'innocenza del disinteresse.

Cosa dovrei dire, allora?

"Tutto bene: ho mollato il lavoro"
Oppure
"Cosìcosì: ho mollato il lavoro"
Oppure
"Malissimo: ho mollato il lavoro"

Non richiesto, parlerei del lavoro.
Perché ahimé il lavoro è l'angoscia delle prime ore della mia giornata.
Poi passa. Ma poi ritorna.

Allora in metro ho gli occhi sfuggenti del solito, per evitare ogni contatto.
Per evitare di dire a voce quello che poi scrivo qui.
Non so se si tratta di ipocrisia, di pusillanimità o di paura.
Di certo, è difficile non sentirsi in imbarazzo di fronte a uno incravattato che ti parla della sua prossima Ferrari quando tu non sei sicuro di poter fare un altro pieno alla Matiz.

Magari è solo orgoglio.
In effetti mi dicono tutti che è un brutto difetto. Anzi: un lusso.
E i lussi mica tutti se li possono permettere, sennò che lussi sarebbero?

...

D'altronde, bisogna ricordarsi che la metro è come Milano.
Quello che c'è qui è la città, più o meno.
Gente incazzata al mattino. Sfatta la sera. Assente nel mezzo.
Gente che non sembra troppo felice, anche se più tardi andrà a sgasare col Ferrari.
Che infondo fa tutti i giorni esattamente quello che cerco di fare io adesso: evitare il contatto per non dover parlare di se'.

Vuoi vedere che non sono l'unico angosciato in metropolitana?
Che ci ho messo trent'anni a capire come sta la maggior parte delle persone che ho attorno la mattina?
E che, peggio di tutto, sono stato uno di quei rari coglioni che per educazione, non per interesse
"comeva?"
ti chiedono, rovinandoti così la giornata?

Chi lo sa...

A

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