giovedì 10 dicembre 2009

Carne bovina, grazie.

Cena di ieri (prima di esser cucinata)


Dopo il lavoro sono andato dal Miomacellaiobis.
Il Miomacellaio ufficiale è un tipo giovanile ed è una festa ogni volta che gli chiedo un arrosto, però ahimé sta al paese e chiude più o meno quando io esco dall'ufficio, a tre quarti d'ora di metro da lui.
Quindi da un annoemezzo in qua a prender la carne vado dal Miomacellaiobis, che sta a due passi dalla fermata della rossa.

...

Il Miomacellaiobis è sull'orlo della pensione, e ha iniziato quando serviva una licenza specifica per macellare ciascun tipo di carne.
La licenza per i polli.
Quella per i suini.
Lui è specializzato in bovini, e ha la licenza bella ingiallita appesa sopra la trippa.

Ci ho fatto caso appunto ieri, quando la signora prima di me, indicando un piedino di vitello, ha ingenuamente chiesto dello zampone.

- Ai miei tempi, si imparava un mestiere e uno solo. Mica è lo stesso fare una costata di manzo e una costina di maiale, cosa crede? Un mestiere, a saperlo fare bene, bastava e avanzava per campare, una volta... Mica come adesso, che tutti sanno fare tutto, ma poi alla fine...

Alla fine non sanno fare niente.
Ecco, il Miomacellaiobis, che te ne può raccontare mille su Milano ma da cui non ti aspetti proprio perle di saggezza, ieri invece ne ha tirata fuori una. E mi ha lasciato a pensarci su tutta la notte. Perché lui era specialistico quando ancora non si sapeva che la verticalizzazione era la chiave del successo. E perché non ha mai dovuto reinventarsi, sapendo fare il suo mestiere.
Eppoi perché mi ha fatto i complimenti per il mio fisico, ma questo credo rientri nelle capacità relazionali del buon commerciante.

Insomma: un macellaio bovinista non sarà mai un diversamente occupato.
Non gli interessa imparare l'inglese, aggiornare i software anti-virus, imparare a usare SAP.
Gli basta tenere i coltelli affilati e le vacche grasse.

Una volta non c'era mica tempo per reinventarsi ogni tot anni: bisognava scoprir la propria strada fin da piccoli, e poi via a cavalcare la professione fino alla pensione. E pazienza se la strada non era quella giusta: per i rimpianti ci sarebbe stato tempo dopo.

Non so se era meglio prima o se adesso sia più divertente.
Però di certo gli hamburger di ieri sera erano meglio di quelli del fast food.

A

1 commento:

  1. "non perderti per niente al mondo lo spettacolo d'arte varia" di te stesso con le 'recchie aperte verso ogni macellaio che ti capiti a tiro: rimanendo nella metafora, è tutto grasso che cola (a mio modo ci sono passato anche io, e leggerti mi riporta a casa).

    La risposta è: è più divertente adesso, ma solo finche ci saranno i macellai che ci prepareranno gli hamburger (ma magari loro li chiamano ancora "svizzere") più buoni del fastfùd. Siamo una - a suo modo fortunata - generazione di passaggio. Quelli che verranno dopo di noi saranno poveretti senza speranza. Ahiloro.

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