Cantami, oh iPod dei perduti mpeg.
E' lui il vero messaggero degli dei?
...
Un tale Amico tempo fa mi regala un libro sui miti d'oggi*.
Ci sono una cinquantina di mini-saggi scritti da autori francesi, su fenomeni di costume come la free press, il cellulare, i sondaggi. E ovviamnte l'Pod.
Voglio molto bene e sono riconoscente per il pensiero a quel tale Amico, ma dopo averlo letto penso sinceramente che sia il peggior regalo mi potesse fare. il libro è un obbrobrio. Lo trovo francamente disgustoso e disonesto. Davvero.
Al di là della mia personale, contingente e sicuramente contestabile antipatia per gli autori francesi, la parte peggiore è che in quelle pagine che non c'è neppure una storia. Nulla del tipo "Personaggio-compie-azione-compie-azione-incontra-problema-risolveproblema-torna-felice-ricomincia". Nulla di tutto questo. Mai.
Solo vari e declinati
- Io penso
del genere che anch'io mi diverto a postare quissù, su questo blog che si chiama "diversamente (dis)occupato", e in cui non troverete riferimenti a ulissi o achilli o gilgameshi.
- Beh, ma non stava scritto da nessuna parte che ci dovessero esser storie, no? Sono saggi...
dice il tale Amico, che immagino un po' se la sia presa.
- C'è scritto nel titolo: MITI d'oggi. Miti=storie.
Storie particolari, certo, legate all'esperienza profonda della vita e del mistero, ma sempre storie.
Ora: a meno che i francesi non mi stiano suggerendo che l'esperienza profonda della mia vita passa per le cuffie di un iPod, qualcuno ha giocato con le parole e ha perso clamorosamente.
...
- Vabbé ma non ti sembra di esagerare?
dice giustamente un amico Comune mio e di quell'altro tale Amico.
Sì, mi sembra. Ma lo faccio lo stesso. Perché con certe parole è bene non giocare, sennò si corre il rischio di annacquare ogni pensiero col
- vabbé-voleva-dire-che
che è l'equivalente linguistico del negazionismo filo-nazista.
Certe parole non sono da intepretare, solo da usare nel modo corretto.
E' esattamente quetsa la differenza tra racconto mitologico e cronaca di costume.
Non devoi interpretare un iPod. Comprarlo, usarlo, maledirlo. Non interpretarlo.
Esagero accanendomi perché si comincia con questi piccoli giuochi di parole e si finisce a scambiare "Prescritto" con "Assolto", o "Accusa" con "Persecuzione", o "Impedimento" con "Appuntamento-per-vedere-una-villa-a-Siena" (cfr. Il Fatto Quotidiano del 13/04/'10).
Già è tragico che l'Occidente in generale -e l'Italia in particolare- abbia perso il contatto con i suoi miti; se poi lasciamo che nel linguaggio comune ai miti si sostituiscano le mode high tech, rischiamo di trovarci completamente spaesati, ignari e impotenti davanti alle peggiori lezioni della storia, come le dittature, il razzismo, le guerre e...
Ops.
Ehm, che imbarazzo.
Ho sbagliato decennio, scusate.
Uno non ci pensa, si volta un attimo e sbaglia le date...
Scusate, eh?
E' chiaro che qui sono fuori tempo massimo...
Vabbé, se volete potete predatare il commento di una ventina d'anni.
Scusate i due decenni di svista.
A
*Nuovi miti d'oggi, Jerome Garcin (a cura di), Isbn Edizioni, Milano 2008
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Hai ragione su una cosa fondamentale : continuando ad usare le parole non nel senso giusto, ma come se fossero sempre metafore si arriva a dire che in Italia non esiste razzismo, ma si continua a gridare "via lo straniero". Si potrebbe dire in una parole che i Nuovi Miti di oggi sono "parole al vento". Queste servono solo a chi ha il potere,per gli altri sono solo fumo!
RispondiEliminaIo credo che nel circuito -o cortocircuito- della comunicazione, l'attuale povertà di significati dipenda fondamentalmente dall'aver trascurato troppo i significanti. Al di là dei "potenti", che come dice Anonimo hanno buon gioco a intorbidire le acque, è la gente, la massa, quelli come me e voi che hanno trasformato lo sciattume linguistico in linguaggio popolare... Con 300 parole si può raccontare qualunque storia, come insegna Guareschi, ma se si conoscono 300 parole è difficile capire cosa ci succede intorno...
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