martedì 19 gennaio 2010

Pasionaria a progetto

Sulle barricate!


Rivoluzione rivoluzione rivoluzione!

...

Siamo italiani quindi partigiani nostro malgrado.
L'italiano cell'ha nel sangue di inasprire la passione fino a trasformarla in conflitto, di cercare la vittoria ai danni dell'altra parte, di sbeffeggiare e umiliare il perdente ad ogni occasione.

Siamo partigiani, che poi vuol dire tifosi.
Lo siamo tutti, ma non tutti ne sono consapevoli, perché non tutti hanno ancora ricevuto il giusto sollecito.
Prendiamo questa ragazza e chiamiamola Erre.
Erre ha i capelli rossi da pasionaria ma il cuore placido dell'Agnese.
Fa -tu pensa- la giornalista, e siccome è brava non le manca il lavoro.
Le manca invece un contratto, perché
- Eh sai la politica dell'azienda è così, non assumiamo...
e perché
- Guarda, lasciamo passare la Crisi e vediamo
ma soprattutto perché
- Te lo dico sinceramente: non ci sono soldi per farti un contratto serio

Tutte motivazioni se non buone almeno sufficienti a tenere Erre col cuore sereno al suo posto.
Perché il suo posto non è un brutto posto, in fondo, e anche se manca solo che porti il sale sulla schiena per chiamarla schiava, lo stipendio -seppur non garantito da contratto- arriva pingue e regolare nelle sue tasche.
Erre quindi si lascia scivolare addosso le critiche dei colleghi, le battaglie sindacali, i cortei a San Precario.

- Basta aver voglia di lavorare,
si dice.

Poi un bel giorno il suo capo - che forse come manager non ne sa più di un coltivatore di zucche, ma chissà- la chiama nel suo ufficio e con la faccia greve le dice
- Sai Erre, c'è un problema coi conti che non tornano
e
- Dovresti lavorare di più
e
- Non si trovano inserzionisti
e infine
- Dovremo tagliarti lo stipendio.

E' su quella frase che Erre ha scoperto di essere partigiana.
Partigiana del suo stipendio, disposta a difenderlo fino alla morte -altrui- dalle incurie della cattiva amministrazione. Ed è in quel frangente che si accorge di tutat la differenza fra avere un contratto e lavorare alla giornata: con tutta la sua abilità e la sua passione, non ha nulla di legale a cui aggrapparsi.
Prova a fare la voce grossa col capo, ma lei non è "quel tipo di persona".
Prova ad andare alle manifestazioni, ma lei non è "quel tipo di persona".
Prova a informarsi al Ministero del Lavoro e all'INPS, ma loro non sono "quel tipo di persone".

Risultato: si arrabbia si arrabbia si arrabbia e, siccome è una persona onesta, le viene l'ulcera duodenale e adesso va avanti a tisane e robiole.
Lavorando come schiava alla metà del suo stipendio.

...

Erre sarebbe una pasionaria ma il mondo di pasionarie pro-domo-propria evidentemente non ne vuole, quindi le rigetta nel tormento delle gastriti.
Erre è una buona giornalista e una persona per bene, ma l'unica cosa che le riesce è servire il padrone tra una visita medica e l'altra.

Io credo che una morale ci sia, ma essendo fuori dall'agone del precariato credo anche che non spetti a me dirla.

Evvia la mia neonata P.IVA nel sacco.

A

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