lunedì 18 gennaio 2010

E invece no!

A volte ritornano.


E se è tornato persino Lui, chi sono io per rimanere nelle retrovie?

...

Oggi compio 33 anni.
Una bella età per tornare, dicono.
Quindi, eccomi.

L'inizio zerodieci è andato meglio a me che al resto del mondo, credo.
Terremoti, assalti in San Pietro, statuine in faccia.
Io invece a casa a studiare e a scrivere e a parlare con la gente che da casa mia ci passa con la scusa di una birra un'acquazementa o un té.
E a guardarmi in giro, ovviamente.

Alla Santa Catodica (o Santa Plasma, a seconda del vostro reddito) un po' per ridere si salmodia di
- Ricchezza! Ottimismo! Prosperità!
mentre ai tiggì, non potendo parlare di cose serie per non smentire gli spot, ti raccontano la verafinta storia di Fidobau che prende al volo i freesee e a richiesta cita Nietsche meglio di Cacciari.

Al bar anziché
- Buongiorno
la mattina ti offrono un gratta-e-vinci e un
- Metti che oggi ti va di culo

Sul lavoro -chi cell'ha- si rimandano le firme perché
- Chissà come andrà?
e naturalmente per fregare la legge per cui al terzo contratto-a-prog scatta l'indeterminato.

E io guardo.
E invece di incazzarmi, ohibò, rido.
Non che sia diventato sadico.
Un po' più empatico sì, però.

Perché, strano a dirsi, il terzo sacco di immondizia che ti casca sulla testa sfaldandosi e lasciando a svolazzare foglie di lattuga e tetrapack non ti fa male: ti fa ridere.
La gente ne ha sentite talmente tante che ormai ci scherza su.
Anche mio padre, che l'ultima volta che ha riso per qualcosa credo fosse alla prima di un Buster Keaton, quando guarda il tiggì ora si fa scappare un
- Eh, aleghèr
che se non lo conoscessi direi che è proprio una battuta.

...

Il Ritorno del Monnezza purtroppo non ha fatto ridere nessuno e anzi so di un tizio che poi ha dovuto imbottirsi di Caccastopp sennò gli saltavano le tubature del WC. Però questa cosa brutta e poco seria che siamo noi uomini, queste bestie autolesioniste e cieche, queste brutture imperfette e fallaci, quando la misura è colma non riusciamo proprio a tenere l'espressione triste. Finiamo per mandare tutto in vacca, e così, evvivaevviva, riusciamo a sopravvivere a noi stessi e al mondo che abbiamo messo in piedi e che ci è sfuggito di mano.

Ritorno anch'io, un po' meno arrabbiato, più sereno, sempre più convinto di aver preso la scelta giusta rinunciando al balletto dei contratti a prog e delle panzane dette per vere ma sentire per false.
Panzane che mi rendo conto ancora brucino ai Qualcuno più onesti e laboriosi, che vorrebbero ma purtroppo non possono.

Tranquilli Qualcuno: prima o poi ci riderete anche voi.
O farete la rivoluzione.

A

1 commento:

  1. era anche ora che tornassi a scrivere qui, sfaticato :o))))

    sai che il testo di questo post potrebbe andare per una canzone di guccini? specia la parte finale... vorrei anche quasi dire de andrè, ma, conoscendoti, poi ti monteresti troppo la testa!

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